Che genere di creativo sei: intuitivo o analitico?

 

E’ importante fare subito chiarezza; in questo spazio non voglio definire la creatività come se definissi il vino in termini di bianco o rosso, ma semplicemente parlare di due importanti aspetti che sono alla radice della creatività stessa: intuito e analisi. Sono consapevole che la creatività rappresenta un’alchimia complessa di qualità con caratteristiche spesso difficili da definire, ma qualsiasi ulteriore considerazione sull’argomento, non può prescindere dalle successive riflessioni.

Quando definiamo la creatività una qualità dell’uomo, dobbiamo fare chiarezza anche su cosa intendiamo per creatività. La creatività è propria dell’artista: puro, concettuale e assoluto, ma anche del grafico pubblicitario che immagina e realizza un promo, o dello stilista che disegna una collezione, o ancora, del designer che definisce la forma di oggetti comuni del nostro quotidiano. In tutto questo la creatività è sempre presente, ma per ognuno di questi generi si applicano differenti regole. C’è la creatività artistica difficile da definire, perché espressione di visioni e concetti individuali quasi impossibili da spiegare in maniera condivisa ed esaustiva; tutto il resto è governato dalla creatività disciplinata dalle regole: di comunicazione, di gestione, di mercato, dalle tecniche di produzione, dai costi di gestione e da una infinità di limiti difficili persino da immaginare. Buffo! Bisogna essere creativi per immaginare i limiti che possono condizionare, o ancor peggio assoggettare la creatività.

La creatività intuitiva nasce dalla semplice osservazione e si manifesta come una rivelazione istintiva priva di particolari riflessioni; un pensiero grezzo e insistente che suggerisce con forza una soggettiva convinzione; la creatività intuitiva è dirompente, e subito occupa con invadente insistenza tutti i pensieri, diventando a volte un’ossessione. Quando la natura di questa intuizione creativa ha un fascino positivo, con o senza consapevoli e concrete radici, è definita “Visione”, e Visionari i portatori sani di questa condizione. L’intuito è’ certamente una qualità utile e importante, se è presente in misura gestibile, è un potente catalizzatore che accelera i processi creativi e spinge verso opportunità che non si sarebbero considerate, se consigliati solo dalla ragione e dal buon giudizio. L’intuito è parte integrante del processo creativo, è una spinta forte, positiva e irrazionale, indispensabile a determinare in un risultato il miglior equilibrio. Ha un’eccezione negativa solo quando è vissuto come un’ossessione soggettiva priva di un concreto e condiviso fondamento.

La creatività analitica al contrario, è una condizione disciplinata; è la conseguenza di una analisi razionale con finalità creative. La creatività analitica è una condizione tipica del progettista, dell’ingegnere, di chi deve applicare la creatività in circostanze disciplinate da regole e condizioni dai chiari e definiti limiti. Apparentemente priva del fascino selvaggio della sregolatezza, rappresenta invece la miglior garanzia di successo, un successo solido, utile, proficuo e duraturo. In genere questo tipo di creatività analizza i bisogni e trova le migliori e più efficienti risposte. E’ la creatività del Team che lavora ad un progetto condiviso. E’ la creatività d’impresa che ha degli obbiettivi da raggiungere. E’ la creatività che cerca, propone e realizza soluzioni più o meno innovative per rispondere a desideri o necessità. Sarebbe un terribile sbaglio pensare che l’intuito in questo genere di creatività non sia importante. Le intuizioni capaci di condizionare positivamente e radicalmente un progetto, sono e resteranno determinanti in qualsiasi processo creativo e sono sempre generate da una singola mente creativa capace di motivare e condividere gli obbiettivi.


What kind of creative are you: intuitive or analytical?

It is important to immediately clarify; in this space I do not want to define creativity as if I defined wine in terms of white or red, but simply talk about two important aspects that are at the root of creativity itself: intuition and analysis. I am aware that creativity represents a complex alchemy of quality with characteristics that are often difficult to define, but any further consideration on the subject can not be separated from subsequent reflections.

When we define creativity as a quality of man, we must also clarify what we mean by creativity. Creativity is the artist’s own: pure, conceptual and absolute, but also of the advertising graphic designer who creates and creates a promo, or the designer who designs a collection, or the designer who defines the shape of everyday objects in our everyday life. In all this creativity is always present, but for each of these genres different rules apply. There is artistic creativity difficult to define, because it is an expression of individual visions and concepts that are almost impossible to explain in a shared and exhaustive manner; everything else is governed by creativity governed by the rules: communication, management, market, production techniques, management costs and an infinite number of difficult limits even to imagine. Funny! We must be creative to imagine the limits that can affect, or even worse, subject creativity.

Intuitive creativity arises from mere observation and manifests itself as an instinctive revelation devoid of particular reflections; a rough and insistent thought that strongly suggests a subjective conviction; intuitive creativity is disruptive, and immediately deals with invasive insistence all thoughts, becoming sometimes an obsession. When the nature of this creative intuition has a positive charm, with or without conscious and concrete roots, it is called “Vision“, and Visionaries are the healthy carriers of this condition. Intuition is’ certainly a useful and important quality, if it is present in manageable measure, is a powerful catalyst that accelerates the creative processes and pushes towards opportunities that would not be considered, if only recommended by reason and good judgment. Intuition is an integral part of the creative process, it is a strong, positive and irrational drive, essential to determine the best balance in a result. It has a negative exception only when it is experienced as a subjective obsession without a concrete and shared foundation.

Analytic creativity on the contrary, is a disciplined condition; it is the consequence of a rational analysis with creative purposes. Analytic creativity is a typical condition of the designer, of the engineer, of who must apply creativity in circumstances governed by rules and conditions with clear and defined limits. Seemingly without the wild charm of unruliness, it represents the best guarantee of success, a solid, useful, profitable and lasting success. Generally this type of creativity analyzes needs and finds the best and most efficient answers. It is the creativity of the Team that works on a shared project. It is business creativity that has objectives to be achieved. It is creativity that seeks, proposes and implements more or less innovative solutions to respond to desires or needs. It would be a terrible mistake to think that intuition in this kind of creativity is not important. The intuitions capable of positively and radically conditioning a project are and will remain decisive in any creative process and are always generated by a single creative mind capable of motivating and sharing the objectives.